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attualita:liberta_digitale:20040519_europa_vara_i_brevetti_sul_software

L’Europa vara i brevetti sul software

mercoledì 19 maggio 2004

Il software diventa brevettabile in modo non dissimile da quanto avviene negli USA. I ministri europei riescono a modificare il voto del Parlamento europeo che si era espresso contro. L’Italia, che si era detta contraria, si è astenuta

punto-informatico.it

Roma - Il Governo italiano che nelle scorse ore con una serie di lettere tra ministri si era detto contrario alla legge europea sulla brevettabilità del software, al momento cruciale ieri si è astenuto: con un colpo di mano maturato nelle ultime settimane il Consiglio europeo dei ministri sulle Competitività è riuscito a far passare una direttiva che introduce la brevettabilità più ampia per il software in Europa. Sulla scia di quanto già accade negli Stati Uniti.

Non sono bastate, dunque, le mobilitazioni che per lunghi mesi sono state alimentate dai sostenitori del software libero e delle libertà digitali, non sono bastati i richiami al buon senso da parte di intellettuali e operatori informatici e, soprattutto, non è bastato il voto dell’Europarlamento. Il fatto che l’assemblea di Strasburgo avesse con chiarezza bocciato la brevettabilità all’americana, e lo avesse fatto perché apparivano ormai chiarissimi i rischi che rappresentava, non è stato sufficiente.

Ciò è accaduto, evidentemente, per le complesse procedure comunitarie e per il ruolo di secondo piano che il Parlamento europeo riveste rispetto alle decisioni dei ministri dei paesi membri. Non è un caso che proprio nelle scorse ore medesimo destino e percorso abbia seguito un altro provvedimento, quello sul trasferimento agli USA dei dati relativi ai passeggeri europei. Non solo, il Consiglio ha annullato le modifiche di Strasburgo su molti degli aspetti più controversi.

Con il voto di ieri, dunque, il mercato del software europeo entra in una nuova fase, dove le imprese potranno brevettare programmi e parti di essi e dove gli sviluppatori indipendenti dovranno trovare nuovi modus operandi, aggirando quei brevetti laddove possibile o pagando le royalty a chi li avrà registrati.

Ieri il ministro all’Innovazione italiano Lucio Stanca ha voluto diramare una nota affermando che la direttiva approvata è “contraria non solo agli interessi tipici italiani e delle piccole e medie imprese del settore informatico ma, in generale, crediamo che più si consente il ricorso al brevetto nel software e più si limita il suo sviluppo”.

Stanca ha anche voluto giustificare l’astensione italiana affermando che “dal Consiglio dei ministri sulle Competitività è uscita una direttiva che, seppure modificata in parte su iniziativa italiana, è ancora insufficiente e lascia ampi spazi di incertezza. Per questo il nostro Paese si è astenuto”. La speranza di Stanca è che in “successivi passaggi, nuovi esami del testo possano ulteriormente correggerlo e migliorarlo”.

Immediata è giunta ieri la critica di Marco Cappato, l’europarlamentare della Lista Bonino che da mesi sta combattendo tanto sul fronte della privacy europea quanto su quello dei brevetti. Proprio due giorni fa Cappato aveva chiesto un intervento forte di Stanca contro quanto stava maturando al Consiglio europeo.

“Dopo l’accordo raggiunto ieri dalla Commissione europea sul trasferimento dei dati dei passeggeri negli USA - ha dichiarato Cappato - oggi i Ministri UE hanno approvato la brevettabilità del software. Su entrambi i provvedimenti, il Parlamento europeo si era espresso in direzione opposta, con un voto sofferto uscito da mesi di dibattito. Non stupisce che la Commissione e il Consiglio abbiano dunque scelto un momento di “vuoto” parlamentare per assumere decisioni che si scontrano frontalmente con la volontà dell’unica istituzione direttamente eletta, nella speranza di poter mettere la nuova assemblea di Strasburgo di fronte al fatto compiuto”.

“È proprio il caso di dire - ha concluso Cappato - che quando non c’è il gatto parlamentare, i topi delle burocrazie europee ballano.”

Duro anche il commento del senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, secondo cui “con un colpo di spugna il Consiglio europeo dei ministri ha approvato la direttiva sulla brevettabilità del software, come se la democrazia non contasse nulla, come se il Parlamento europeo fosse un soprammobile”.

Secondo Cortiana, Microsoft avrebbe sponsorizzato la presidenza irlandese contribuendo così “a questa scelta di una gravità assoluta”. “Questa direttiva - ha affermato Cortiana - è sbagliata nel merito e nel metodo perché blocca, di fatto, l’intero sistema dell’ICT europeo e indebolisce la competitività europea. Oggi si è compiuto un vero e proprio sfregio alla democrazia europea consentendo di brevettare l’alfabeto della conoscenza nell’era digitale. Ora occorre un impegno di tutti, sia a livello nazionale sia europeo, per porvi rimedio”.

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