Facciamo un po' di sciacallaggio: con il Giappone in piena emergenza nucleare proviamo a pensare alla nostra di avventura nucleare. Non si capisce infatti perché qualcuno dice che ragionare e formarsi un'idea vada fatto solo quando tutto va bene e non quando le cose vanno un po' peggio.
Nessuno di noi ha mai visto da vicino come funziona una centrale atomica, non sappiamo come si forma il prezzo della corrente elettrica, per quanti anni avremo ancora petrolio, quanto durerà e costerà l'uranio in futuro. I nostri politici e amministratori - che decidono per noi - ci chiedono un atto di fiducia nei loro confronti e verso gli esperti da loro consultati. E allora domandiamoci come fare questo atto di fiducia.
Ci fidiamo che i nostri amministratori sceglieranno dove e come costruire le nuove centrali secondo i principi di massima sicurezza? Oppure verranno applicati i principi del massimo profitto, come per la diga del Vajont, dove un progetto iniziale da 50 milioni di metri cubi d'acqua fu trasformato in uno da 150 milioni? Oppure si applicherà un principio di “scambio” per cui un territorio viene svenduto secondo logiche folli, come per le discariche di rifiuti nel parco del Vesuvio?
Ci fidiamo che le centrali verrano costruite rispettando le norme di legge e i progetti? Chi ci assicura che non ci saranno truffe come quelle del cemento depotenziato dell'ospedale di Agrigento costruito nel 2004 o quello dell'Aquila danneggiato dal terremoto nel 2009?
Ci fidiamo che i costi/benefici dell'energia atomica siano quelli attualmente prospettati? Grandi opere come l'alta velocità o gli ospedali, in Italia hanno un costo sul progetto che poi aumenta inevitabilmente e pesa sulle nostre tasche 2, 3, fino a 9 volte tanto! Questo è stato considerato quando ci dicono che il costo dell'energia atomica è vantaggioso?
Ci fidiamo che la mafia non parteciperà alla spartizione degli utili nella costruzione delle centrali? Ormai è tradizione che la malavita controlli e imponga i propri diktat su alcune opere italiane (ad esempio i lavori della Salerno-Reggio Calabria). Le infiltrazioni mafiose sono già in preventivo oppure anche questi sono costi tenuti nascosti?
Ci fidiamo che le scorie radioattive verranno smaltite correttamente? Ci sono forti sospetti che rifiuti pericolosi in Italia siano stati smaltiti illegalmente dalla malavita affondando intere navi cariche di rifiuti tossici. Abbiamo invece la certezza che non siamo in grado di smaltire i normali rifiuti urbani (vedi Napoli). Come possiamo credere che con le scorie radioattive riusciremo a fare meglio?
Ci crediamo che la manutenzione ordinaria di una centrale atomica verrà fatta con la dovuta professionalità, correttezza e trasparenza? In Giappone nel 2002 furono accertate falsificazioni di documenti relativi alla sicurezza delle centrali atomiche da parte della Tokyo Electric Power Co., per questo alcune centrali sono state ferme 3 anni. In Italia sulla salvaguardia della salute pubblica abbiamo una tradizione nefasta di incuria prima, depistaggi e insabbiamenti poi. Basti ricordare l'amianto di Eternit o Breda, il disastro diossina a Seveso, o il più recente incendio alla ThyssenKrupp di Torino. Col nucleare verranno applicati gli stessi standard?
In caso di disastro nucleare, abbiamo la capacità e le risorse per reagire in modo adeguato? In generale dopo un disastro, nonostante morte e distruzione, la natura fa il suo corso e col tempo ripristina le condizioni per una vita umana decente, anche senza l'intervento dell'uomo. Ma c'è una differenza sostanziale tra il nucleare ed altre tecnologie potenzialmenet pericolose: il tempo che la natura impiega a “neutralizzare” i nostri errori. A fronte di un pericolo letale (le radiazioni) abbiamo tempi di ripristino naturali che sono di centinaia, migliaia o milioni di anni. Un'area di 3100 chilometri quadrati attorno a Chernobyl, pari all'intera provincia di Firenze, non potrà mai più essere abitata dall'umanità.
Perché non mi preoccupano i reattori atomici giapponesi è un interessante articolo (in inglese) di Josef Oehmen, uno scienziato nucleare del MIT, che due giorni dopo il terremoto spiega come funziona il reattore di Fukushima e perché lui non è preoccupato.
Significativa una delle conclusioni: This process [injecting sea water into the reactor] decreased the temperature of the fuel rods to a non-damaging level. Because the reactor had been shut down a long time ago, the decay heat had decreased to a significantly lower level, so the pressure in the plant stabilized, and venting was no longer required.
Che più o meno significa: Questo processo [pompare acqua di mare nel reattore] ha fatto diminuire la temperatura delle barre di combustibile fino ad un livello di non-danneggiamento. Siccome il reattore è stato spento già da molto tempo, il calore prodotto dal decadimento radioattivo è diminuito in modo significativo, così la pressione dell'impianto si è stabilizzata e non è più stato necessario rilasciare vapore.
Disgraziatamente due giorni dopo le barre di combustibile risultano completamente scoperte e quasi certamente è iniziata la fusione delle stesse. Nel tentativo di diminuire la pressione dei reattori è stato nuovamente rilasciato del gas (radioattivo) che a contatto dell'aria ha provocato altre esplosioni, distruggendo la copertura esterna anche dei reattori n. 2 e 3.
La redazione del MIT ha aggiunto sul sito una nota: Il titolo originale dell'articolo non riflette il punto di vista del redattore del sito.