I docenti di Informatica di Milano per la radicale modifica del Decreto Urbani
di Fiorella de Cindio
lunedì 17 maggio 2004
AL MINISTRO DELLA CULTURA GIULIANO URBANI, AL MINISTRO DELL’INNOVAZIONE E DELLA TECNOLOGIA, LUCIO STANCA, AI PRESIDENTI ED AI MEMBRI DELLA CAMERA E DEL SENATO
Se un ragazzo scarica dalla rete attraverso un sistema di file sharing e quindi condividendolo con altri un film in violazione del diritto d’autore rischia una pena pari a quella del pedofilo che detiene materiale pornografico minorile (fino a tre anni di detenzione)!
E’ QUESTA LA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE CHE VOGLIAMO COSTRUIRE?
Quello sopra delineato è lo scenario che viene prefigurato dalla legge di conversione del Decreto Urbani (72/04) così come è stata approvata dalla Camera dei Deputati il 22 aprile scorso e che verrà discusso in Senato a partire dal 18 maggio prossimo (decade se non approvato entro 22 maggio).
Internet è “nata” nelle Università, in Italia come nel resto del mondo: l’abbiamo sviluppata, usata e fatta conoscere al mondo come uno straordinario strumento di comunicazione e di avvicinamento delle persone, di raccolta e diffusione della conoscenza, l’abbiamo pensata alla portata di tutti. Internet è diventata strumento di sviluppo economico e miglioramento delle pratiche di governo.
Come docenti universitari che hanno contribuito a questo sviluppo sentiamo il dovere morale di denunciare la possibile prossima approvazione, nell’ordinamento giuridico italiano, di una legge che tradisce quella visione di prosperità e progresso.
La costruzione della Società dell’Informazione richiede un grande sforzo di educazione di coloro che si avvicinano a questi nuovi strumenti. La predisposizione di leggi che ne governano il progressivo sviluppo e la partecipazione ad essa di tutti indipendentemente dalle differenze di genere, età, lingua, reddito o altro (cittadinanza digitale) deve tenere presente anzitutto questa necessità educativa, in particolare dei più giovani che devono poter godere di questi nuovi spazi di sviluppo per la loro crescita umana, culturale e professionale. Comportamenti illeciti non possono venire a lungo tollerati (quando ciò serve ad espandere alcuni settori di mercato quale quello della larga banda) e poi perseguiti con inusitata e sproporzionata rapidità (nella forma di decreto legge) e severità (quando ciò non serve più, o quando intervengono altre lobbies a difendere proprie posizioni di mercato). Nella fattispecie, la necessaria tutela delle opere di ingegno richiede soluzioni legislative di ampio respiro che perseguano chi commette reati, ma guidino all’uso appropriato della rete come piattaforma di diffusione di accesso alla conoscenza.
Alla luce di questi principi riteniamo necessario sollecitare la radicale modifica del Decreto Urbani, e la predisposizione di un testo di legge attraverso la più ampia partecipazione di tutti coloro che hanno dovere e diritto di contribuire alla costruzione della Società dell’Informazione.
FIRMATO DAI SOTTOSCRITTI DOCENTI DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO