17 Giugno 2013 - Aria di primo giorno di scuola, il MoVimento 5 Stelle per la prima volta entra nel Comune di Campi Bisenzio con due consiglieri; tocca a me in quanto ex candidato sindaco e a Simona Terreni per i voti di preferenza ottenuti. A dire il vero non sento forti emozioni, forse perché questo non è affatto il primo giorno, l'avventura è cominciata diversi mesi fa quando il Meetup di Campi decise di presentare una lista alle elezioni comunali. Quella sì che fu una “prima volta” massacrante: senza alcuna struttura di partito o precedenti esperienze che ci insegnassero cosa fare e come farlo! Oggi semplicemente ci godiamo il risultato di un lavoro pazzesco portato a termine da un gruppo di cittadini che hanno realizzato un pezzetto di democrazia diretta e partecipata mai visto prima nella storia della Repubblica.
Certo che avevamo lottato per il posto di sindaco e c'erano vere aspettative di andare al ballottaggio, ma i numeri non ci hanno neanche avvicinato a quel risultato. Però oggi la sensazione non è quella di una sconfitta: siamo coscienti che questo è il secondo passo di un percorso assolutamente incredibile.
Siamo in due, prendiamo i posti assegnati. Siamo sul lato destro, riservato ai gruppi di minoranza, accanto abbiamo i due consiglieri della lista civica Alleanza Cittadina (teoricamente una lista civica dovrebbe essere un po' affine al Movimento 5 Stelle), dietro abbiamo i tre consiglieri del PDL (in teoria nostri avversari al pari del PD, ricordiamoci lo slogan “tutti a casa”). Di fronte abbiamo la pattuglia di maggioranza: 17 consiglieri che ci aspettiamo compatti e obbedienti al partito, nonostante che in campagna elettorale le liste apparentate rimarcassero delle differenze. Sui banchi centrali invece sta il sindaco, alcuni impiegati comunali e il presidente provvisorio. Il pubblico è tantissimo e riempi all'inverosimile il poco spazio disponibile.
La prima incombenza fissata dall'ordine del giorno è l'elezione del Presidente del Consiglio comunale; incarico non da poco anzitutto perché gli spetta uno stipendio (1400 euro lordi, cosa che non spetta ai consiglieri) e poi perché gli spettano alcuni compiti chiave come fissare l'ordine del giorno delle riunioni di consiglio, ricevere comunicazioni importanti che riguardano tutta l'amministrazione, ecc. Il voto è segreto, cinque anni fa la presidenza fu accordata al Tesi che era all'opposizione nel PDL.
Si dice che accordare la presidenza all'opposizione sia prassi di democrazia, ma può essere anche un sistema per “comprare” un consigliere e toglierlo dai banchi dell'opposizione, il presidente infatti riveste un incarico istituzionale e normalmente non dà battaglia contro la maggioranza.
Prima del voto c'è un intervento da parte di un consigliere PD che chiede di votare per Alessio Colzi, un consigliere del proprio partito. Questa volta la prassi di democrazia pare che non valga. Che facciamo noi 5 Stelle? Confabuliamo un attimo e decidiamo di prendere la parola: Simona con un brevissimo intervento rivendica la presidenza per il nostro gruppo, chiedendo di votare per me. Il ghiaccio è rotto, il nostro primo intervento in aula! Ci guardiamo e siamo soddisfatti, Simona è stata perfetta e io - vigliacco - ho mandato avanti lei!
Segue la votazione. Ecco che assistiamo alla prima magia della politica: 23 voti per Colzi e 2 per me! Cioè senza uno straccio di dibattito in aula, tutti - maggioranza e opposizione, 5 Stelle escluso - hanno votato Colzi! Nessuno che abbia avuto un dubbio o un parere diverso. Segue elezione del vicepresidente: breve intervento PDL che rivendica per sé la vicepresidenza nella persona di Roberto Valerio. Segue votazione e la magia si ripete: 20 voti per Valerio, 4 bianche (2 sono le nostre) e un voto per me (un ignoto ammiratore o uno sberleffo?).
Il nome di Colzi era circolato nel toto-assessori: viene da pensare che comunque quella persona dovesse essere premiata con un incarico retribuito e che le decisioni sul voto sono state prese ben prima del consiglio comunale. Il senso di assistere ad una messa in scena aumenta quando Colzi legge un discorso di ringraziamento per la nomina, evidentemente prevista e preparata.
Si passa quindi all'elezione della commissione elettorale, cioè tre persone che dovranno occuparsi di nominare gli scrutatori in tempo di elezioni. Nominare uno scrutatore consente sia di far avere un piccolo compenso in denaro ad una persona (il gettone per il lavoro al seggio parte dai 120 euro), sia di avere una persona “amica” al seggio che vigili contro scorrettezze o brogli. Un membro spetta di diritto alla minoranza. Scambiamo due parole con i nostri vicini della lista civica e dalla votazione (segreta) esce una prima piccola soddisfazione: in commissione elettorale entrano Martini e Nistri per la maggioranza e per la minoranza entro io con quattro voti.
Si passa quindi alla parte più importante della riunione: la nomina degli assessori da parte del sindaco. L'incarico di assessore è retribuito (sul sito del Comune non ho trovato la cifra, dovrebbe aggirarsi sui 1500 euro mensili), per i dipendenti l'indennità viene dimezzata se non viene chiesta l'aspettativa cessando di lavorare per i 5 anni di consigliatura, un libero professionista invece riceve tutta l'indennità e può continuare a lavorare tranquillamente.
È consuetudine diffusa scegliere gli assessori tra i consiglieri, cioè un incarico tecnico-politico diventa un puro incarico di partito. Inoltre, siccome l'incarico di assessore è incompatibile con il ruolo di consigliere, accade che il consigliere “promosso” ad assessore lascia il posto al primo dei non eletti della stessa lista. C'è da notare che il consigliere promosso assessore perde la propria indipendenza, in quanto il sindaco può in qualunque momento revocargli le deleghe e rimandarlo a casa (cosa impossibile con un consigliere).
Se il Movimento 5 Stelle avesse vinto a Campi Bisenzio la scelta degli assessori sarebbe stata complessa: è prassi del Movimento scegliere gli assessori in base al curriculum e alle competenze, fuori dagli schemi di partito. Ma il PD non è il Movimento 5 Stelle e la rosa degli assessori è stata pura espressione della politica; invece dei curricola pare che sia stato consultato solo il Manuale Cencelli.
Non c'erano state anticipazioni sui nomi, ma le voci di corridoio si sono rivelate esatte per 5 casi su 7. Non conosco Luigi Ricci né Elisabetta Marini, ma degli altri avevo già preparato una piccola scheda per sapere chi fossero.
Anzitutto Roberto Porcu e Taira Bartoloni consiglieri di IDV e SEL, la loro fedeltà in campagna elettorale viene subito premiata con un assessorato; in questo modo viene anche neutralizzata ogni loro velleità di opposizione: il loro no all'inceneritore viene messo da parte in favore dello sport e della viabilità, lasciando l'assessorato all'ambiente all'unico sindaco inceneritorista d'Italia!
Poi Stefano Salvi, con le deleghe importanti all'urbanistica e all'edilizia privata. A parte il suo mestiere (avvocato) e la sua lunga militanza politica (iniziata nel 1990 con la Democrazia Cristiana), è stato già consigliere, assessore e vicesindaco. Avrei voluto sentire dal sindaco i motivi di tale nomina: se sono meriti politici oppure meriti per risultati conseguiti allo sviluppo economico e al commercio (assessore nella giunta Alunni del 2004).
Altra delega importante quella ai lavori pubblici per Riccardo Nucciotti. Si premia sia l'ottimo risultato elettorale (primo nella lista Emiliano Fossi Sindaco), ma si getta anche un'ombra di conflitto di interessi in quanto Nucciotti svolge la libera professione di geometra.
Una cosa che lascia perplesso uno neofita della politica come me è l'auto-referenzialità del palazzo: il sindaco presenta la giunta ma non illustra i motivi delle scelte né le professionalità degli assessori. Come privato cittadino trovo anche deludente che sulla rete ci sia estrema difficoltà a trovare notizie di queste persone che a tutti gli effetti sono persone pubbliche, ma delle quali non è dato sapere un gran che. Siamo lontani anni luce dal Movimento 5 Stelle dove per una semplice candidatura a consigliere comunale si è chiesto come minimo un curriculum vitae da rendere pubblico e di essere sottoposto alla “graticola” delle domande dei militanti.
Il Consiglio comunale si chiude con gli interventi dei capigruppo e infine del sindaco. La cosa ci coglie di sorpresa, perché nei giorni scorsi ad una nostra precisa domanda dalla segreteria ci era arrivata la seguente risposta “Non e' previsto un momento di presentazione del gruppo”. Breve consultazione con Simona sugli argomenti da trattare, arriva anche qualche suggerimento dal pubblico e quindi faccio il mio primo intervento a braccio. Forse la mia è l'unica voce fuori dal coro: non mi associo al clima generale di “collaborazione costruttiva”, “evitare le contrapposizioni inutili”, ecc. Anzi sottolineo come per noi del Movimento già l'accordo totale sull'elezione del Presidente suoni strano e come riteniamo pericoloso che un sindaco inceneritorista tenga per sé le deleghe sull'ambiente, quando tutti gli altri (cittadini compresi) sono contro l'inceneritore.
Già alla prima seduta ci accorgiamo che essere in due è un grande vantaggio: capita di dover prendere decisioni veloci, scambiare un parere con consiglieri di altri gruppi, interagire con l'esterno: due teste valgono più del doppio di una sola!
Alla fine il discorso del sindaco: mi sono appuntato alcune parole chiave che ha rivendicato come fondanti per il suo mandato: “serietà”, “dire la verità”, “prendersi le responsabilità”. Tutti concetti espressi forse per prendere le distanze da una politica poco seria, bugiarda e irresponsabile che ha generato la più grave crisi di disaffezione della storia repubblicana (che lui stesso riconosce). Resta da spiegare dove erano Fossi, Salvi, Nucciotti e gli altri quando questa malapolitica imperava. Per chi non avesse capito ve lo dico io: facevano gli assessori, i consiglieri, i presidenti di consiglio, i vicesindaco, ecc.